Il prossimo 3 novembre Monica Vitti festeggerà un importante compleanno, rinnovando a tutti noi il ricordo di un indimenticabile profilo di donna e di attrice destinato a rimanere nella memoria collettiva quale icona della modernità, considerando poi come le sue interpretazioni abbiano segnato quasi 40 anni di trasformazioni del ruolo della donna nella società italiana. Maria Luisa Ceciarelli all’anagrafe (Monica: protagonista di un libro che stava leggendo/Vitti:il cognome della madre, Vittiglia, abbreviato), probabilmente la più poliedrica e duttile delle nostre attrici, ha rivelato negli anni una capacità di passare con disinvoltura dal tragico al comico, sfruttando la sua ironia ed autoironia con uno stile invidiabile ed un’eleganza scenica giocata sulla discrezione: bastava un semplice sguardo o un candido sorriso, quasi impercettibile a volte, ad evidenziare un fascino naturale, lontano anni luce da un divismo artefatto, magari costruito a tavolino, con quei lineamenti spigolosi ed il fisico sottile quando le colleghe esibivano tratti morbidi e opulenti, senza dimenticare l’inconfondibile voce roca. Torino la ricorda con Noi Vitti siamo fatte così, progetto promosso e organizzato da Distretto Cinema a cui collaborano Archivio Michelangelo Antonioni di Ferrara, Museo Nazionale del Cinema di Torino, Centro Culturale Polo del‘900, Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, Lavazza Eventi e MyMovies.it.
Distretto Cinema renderà omaggio alla figura di donna e di attrice con retrospettive cinematografiche (in sala, al Cinema Massimo, al Cinema Ambrosio e al Cinema Splendor di Chieri e in modalità streaming online sulla piattaforma di MyMovies /Mio Cinema dedicata al cinema d’autore), un’appendice fotografica alla Mole Antonelliana, incontri e letture che rielaborano l’iconografia dell’attrice, i suoi ruoli e personaggi, testimonianza dell’emancipazione femminile nell’Italia del boom economico fino agli anni ’80 e delle contraddizioni e dei conflitti ancora in parte irrisolti. Ad inaugurare l’omaggio il 3 novembre sarà Rocío Muñoz Morales, che ha voluto essere presente per portare la testimonianza di quanto il nuovo cinema italiano e le attrici contemporanee amino ancora Monica Vitti. Oltre trentacinque anni di cinema, teatro e tv, più di cinquanta film (uno solo da regista, Scandalo segreto, del 1990, che è anche l’ultimo in cui compare come attrice): la sua carriera è un prisma inesauribile, talmente sfaccettato che non può essere guardato mai in un colpo solo, ma solo osservato un po’ per volta, da un’angolazione precisa ma per forza di cose parziale. Col risultato che, spesso, ognuno ha la sua Vitti in testa, e fatica a riconoscere le altre, o perlomeno a prenderle sul serio. “Nostalgica o spensierata, algida o verace, comica o tormentata. Gli aggettivi per definirla in effetti sono tutti validi: perché Monica Vitti è stata tutte queste cose. Non si è mai cristallizzata in un ruolo, ma ha speso il suo talento per andare sempre oltre, per trasformarsi in qualcos’altro o in qualcun’altra, senza mai accomodarsi sul trono né cercare riparo” (Eleonora Marangoni).
E’ un repertorio vastissimo quello di Monica Vitti, le sue interpretazioni sono entrate nella storia del cinema, lavorando con i più grandi registi italiani, unica in una folla di mattatori maschi, andando a caratterizzare ogni tipologia femminile, per esempio la donna borghese, nevrotica, dolente per Antonioni (“Mi fanno male i capelli…”, nei panni di Giuliana in Deserto rosso, 1964) o la popolana vitale con Alberto Sordi (Polvere di stelle, 1973). La svolta nella seconda metà degli anni ’60, quando Monica passò al genere della commedia che aveva ben frequentato a teatro, esprimendo a pieno la sua vocazione comica grazie a Mario Monicelli (La ragazza con la pistola, 1968). Possiamo dire che all’interno della stessa donna convivevano due indoli, una comica/brillante, forse più naturale in quanto in linea col suo carattere estroverso, l’altra drammatica, andando delineare in ambedue i casi una modernità d’antidiva, oltre alla capacità di dare vita a personaggi femminili mai di “corredo” o subalterni a quelli maschili, alla ricerca di una propria identità, da sostenere in nome di una sofferta autodeterminazione. Di seguito, il programma del progetto, che coniuga cinema, narrazione e diverse espressioni artistiche in un unico racconto.
Mercoledì 3 novembre, ore 17: inaugurazione mostra fotografica alla Mole Antonelliana, alla presenza di Rocío Muñoz Morales. L’omaggio fotografico è stato realizzato da Distretto Cinema e Museo del Cinema in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, saranno messi in mostra alcuni scatti di Monica Vitti a cura del fotografo Angelo Frontoni. La mostra sarà visitabile tutti i giorni, ad esclusione del martedì, fino al 30 novembre. Ore 18.30: Polo del ‘900. Presentazione in anteprima dell’opera di video arte Esterno giorno prodotta per l’occasione da Distretto Cinema con la collaborazione dell’Archivio Michelangelo Antonioni di Ferrara, di Enrica Fico Antonioni, moglie del regista, e con materiali concessi da Mediaset e Mondo Tv. Scritto e diretto da Giulia Magno, è un viaggio nell’universo estetico e simbolico del maestro ferrarese. Seguendo i passi dei personaggi interpretati da Monica Vitti, la regista ripercorre infatti la geografia dello sguardo di Antonioni, interrogando i confini tra soggetto e paesaggio, rappresentazione e realtà. Dalle vedute metafisiche dell’EUR alle ciminiere dell’area industriale di Ravenna, dalle distese sconfinate del deserto del Wadi Rum alle scogliere di granito rosa su cui si staglia la Cupola (la visionaria villa in Sardegna che l’architetto Dante Bini costruì per Antonioni alla fine degli anni Sessanta), gli spazi esplorati dalla macchina da presa si trasformano in paesaggi interiori, stati d’animo, atmosfere.
In quest’opera sperimentale, le immagini contemporanee dialogano con materiali d’archivio e scene tratte da L’eclisse e Il deserto rosso, creando una continuità tra presente e passato. La regista ha tratto ispirazione dalle riflessioni di Antonioni sulla pittura, in particolare dalla profonda affinità elettiva che lo legò a Mark Rothko. Le immagini si distaccano dalla figurazione per tendere progressivamente verso l’astrazione. Questo scarto è cristallizzato nei fotogrammi conclusivi, che vedono il deserto rosso del Wadi Rum dissolversi in una macchia di puro colore. All’incontro sarà presente l’autrice Giulia Magno insieme a Francesca Gavioli dell’Archivio Antonioni di Ferrara che porterà del materiale dell’archivio riguardo al sodalizio Vitti-Antonioni. Parteciperanno inoltre il direttore del Polo del‘900 Alessandro Bollo e il critico cinematografico Giampiero Frasca. Giulia Magno è una regista e curatrice italiana. Laureata in Storia dell’arte contemporanea e in Disegno industriale tra Roma e Parigi, e in Cinema a Londra. Ha collaborato con istituzioni italiane e internazionali, come il MAXXI, l’Institute of Contemporary Art, Londra e le National Galleries of Scotland, alla realizzazione di video sperimentali e documentari e alla curatela di mostre dedicate alle reciproche contaminazioni tra i linguaggi del cinema e delle arti visive. Ore 21.00, Cinema Massimo: proiezione del film Deserto rosso di Michelangelo Antonioni. Saranno presenti alla proiezione Rocío Muñoz Morales che leggerà un pensiero di Monica Vitti, l’artista Giulia Magno e Francesca Gavioli, dell’Archivio Michelangelo Antonioni di Ferrara.
Giovedì 11 novembre, Cinema Splendor di Chieri, ore 21.00: proiezione del film L’anatra all’arancia di Luciano Salce, 1975. Venerdì 12 novembre, ore 18.00: incontro alla Nuvola Lavazza. Il femminismo, la rappresentazione della donna a teatro, nel cinema, in televisione e la donna nella società contemporanea. Storie di donne. Alcune ospiti che hanno portato avanti iniziative a sostegno delle donne nel campo del cinema, teatro, arte, imprenditoria condivideranno le loro esperienze seguendo un fil rouge intrecciato con la storia di Monica Vitti. Introdurrà la figura di Monica Vitti Pino Strabioli, conduttore Rai. Parteciperanno all’incontro Karole Vail, direttrice della Peggy Guggenheim Collection Venice, Eleonora Giovanardi, attrice e fondatrice di Amleta associazione di promozione sociale il cui scopo è contrastare la disparità e la violenza di genere nel mondo dello spettacolo, Laura Milani fondatrice dello IAAD, ex presidente di Paratissima, Antonella Parigi, fondatrice del collettivo Torino per le donne. Giovedì 18 novembre, Cinema Splendor di Chieri, ore 21.00, proiezione del film Io so che tu sai che io so di Alberto Sordi, 1982. Mercoledì 24 novembre, ore 18.30, Polo del ‘900: incontro con Laura Delli Colli, Presidente del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici e Presidente della Festa del Cinema di Roma e Eleonora Marangoni, autrice del libro E siccome lei (Feltrinelli).
La prima, autrice della biografia di Monica Vitti, ha frequentato molto l’attrice in occasione della stesura, la seconda, per il suo libro, ha analizzato 47 personaggi interpretati da Monica nei suoi film e ne ha scritto storie inedite mantenendo intatte le caratteristiche dei personaggi originali. A seguire performance live con letture tratte dagli scritti di Monica interpretate da alcune attrici. Ore 21.00, Cinema Ambrosio, proiezione del film Dramma della gelosia. Tutti i particolari in cronaca di Ettore Scola, 1970, preceduta dall’incontro con l’autrice Eleonora Marangoni e il direttore del Polo del 900 Alessandro Bollo. Dal 3 al 24 novembre retrospettiva quotidiana sulla piattaforma MyMovies di film e contenuti speciali: L’avventura e La notte (1960, 1961, Michelangelo Antonioni); Amore mio aiutami (Alberto Sordi, 1969); La ragazza con la pistola (Mario Monicelli, 1968) ; Teresa la ladra (Carlo Di Palma, 1973); Scusa se è poco (Marco Vicario, 1982). (Fonte parziale -evento e calendario- : comunicato stampa)
L’ha ripubblicato su Lumière e i suoi fratelli.
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