Mariangela Melato (Wikimedia Commons- Italian actress Mariangela Melato relaxing on the set of the film We’ll Call Him Andrew. Rome, 1972.http://www.gettyimages.co.uk/detail/news-photo/italian-actress-mariangela-melato-relaxing-on-the-set-of-news-photo/174311568
Autore Unknown-Mondadori Publishers
)

Certe notizie ti lasciano basito, controlli e ricontrolli tutte le fonti possibili e poi non puoi fare a meno d’arrenderti alla verità: Mariangela Melato, grande attrice teatrale e cinematografica, tra le mie preferite, poliedrica, ironica ed autoironica come poche (al momento mi vengono in mente solo Franca Valeri, Monica Vitti e Lella Costa), non è più tra noi … Sì, lo so, rischio la retorica, ma la commozione ha preso il sopravvento …

Ne ricorderò allora, brevemente, i trascorsi artistici, gli studi di pittura all’Accademia di Brera, i lavori come disegnatrice di manifesti e vetrinista, così da poter pagare i corsi di recitazione tenuti da Esperia Sperani, per poi debuttare nel ’60 in Binario cieco di Terron, rappresentato al Teatro Stabile di Bolzano, una volta entrata nella compagnia di Fantasio Piccoli.

Da qui in poi il teatro divenne la sua emanazione naturale, tra eleganza innata e quella voce così particolare a creare un raffinato, apparente, distacco, e troverà conferma man mano in altre rappresentazioni (Settimo ruba un po’ meno e La colpa è sempre del diavolo, nel biennio ‘63-‘65, di e con Dario Fo o L’Orlando Furioso di Luca Ronconi, ‘68), arrivando sino ai giorni nostri, con caratterizzazioni sempre di grande impegno ed impatto scenico.

Il cinema si accorse di lei a partire dal ’70 (Thomas e gli indemoniati, Pupi Avati) e come sul palcoscenico (Alleluia brava gente ’71, Garinei e Giovannini) riuscì a spaziare da ruoli prettamente drammatici (dall’ Elio Petri di La classe operaia va in paradiso, ‘71, e Todo modo, ‘76, a Figlio mio, infinitamente caro, ‘85, Valentino Orsini, passando per vari titoli), ad altri soffusi di toni ironici, venati anche da una certa malinconia.

Certamente fu Lina Wertmüller, ad avviso di chi scrive, l’autrice capace di sfruttare al meglio questa sua alternanza, tradizionalmente propria del grande teatro, tra riso e toni più sfumati, che riusciva anche ad assecondare, sempre con l’abituale eleganza, il tipico senso del grottesco della regista.

Difficile dimenticare in Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto, ’74, il duetto tra la sciura Raffaella e il marinaio Gennarino Carunchio (Giancarlo Giannini), siculo e, in aggiunta, comunista, trovatisi soli su un’isola deserta, con il secondo, sorta di novello Spartaco, a mettere in atto una sua personale rivendicazione sociale e a porre fine, almeno per il tempo della forzata convivenza, ad ogni differenza di classe, giusto per citare almeno un titolo rappresentativo della sua vasta filmografia (da ricordare Mimì metallurgico ferito nell’onore, ‘72, e Film d’amore e d’anarchia ,’73, sempre della Wertmülller, Oggetti smarriti, ‘79, e Segreti segreti, ‘85, di Giuseppe Bertolucci), senza appesantire col solito freddo elenco in odor di coccodrillo, che comprenderebbe anche una serie di titoli televisivi, ad ulteriore dimostrazione della grande duttilità.

Mi fermo qui, lascio, a me stesso e a voi che leggete, l’emozione del ricordo, magari andando con la mente a qualche scena delle pellicole citate, cui aggiungo un unico, ma rilevante, rammarico, sempre nell’ottica di una felice smentita: attrici capaci di prenderne il testimone al momento nel nostro panorama culturale generale non se ne vedono. Non è uno sguardo retrivo, ma, forse, una dolorosa constatazione, perché fascino “naturale” ed eleganza, scenica ma non solo, suonano di questi tempi come parole lontane, maledettamente lontane. Ciao Mariangela, grazie.

6 risposte a “Mariangela Melato (1941-2013)”

  1. Un’attrice unica e intelligente, come lei è proprio vero non ce ne sono. Ho percepito anch’io gli stessi sentimenti di smarrimento e sconforto quando ho appreso la notizia. Se ne è andata via troppo presto, avrebbe sicuramente arricchito ancora di più lo spettacolo itialiano, sempre più povero di personalità come lei.

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    1. Continuerà a vivere nei nostri ricordi, questo è certo, così da ricambiare quanto ci ha donato negli anni, ma ne avvertiremo sicuramente la mancanza, fascino e personalità da vendere.

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  2. Una grande professionista, molto preparata e estremamente duttile nel rappresentare personaggi molto diversi. La notizia della sua scomparsa mi ha rattristato parecchio e come me tanti altri. Rimangono le scene dei tanti suoi film, alcuni veramente bellissimi, nei quali continuerà a vivere. Grazie per il bell’articolo che hai scritto su di lei!
    Francesco

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    1. Grazie a te, Francesco, per averne condiviso insieme il ricordo. Proprio il ricordo, pur unito ad una certa tristezza, mi ha aiutato a scrivere l’articolo… Tante le scene di film o di rappresentazioni teatrali che mi tornavano in mente…

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  3. erano belle le parole degli articoli dedicati a lei, tratte dal quotidiano la Repubblica, alcune le trovi sul mio blog.
    Era veramente una grande attrice.

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  4. Concordo, parole molto belle, in particolare il riferimento alla “solitarietà”.

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