E’ disponibile online la 32ma puntata di Magnifica ossessione, rubrica a cadenza mensile su Diari di Cineclub Radio curata dallo scrivente, dedicata al mondo del cinema, ai suoi autori ed interpreti. Questo mese condivideremo l’analisi del film “Totò e i re di Roma”, 1952, adattamento dei racconti di Anton Cechov “La morte dell’impiegato” ed “Esami di promozione”, per la regia di Steno e Mario Monicelli, anche autori della sceneggiatura insieme ad Ennio De Concini, Peppino De Filippo, Dino Risi. Uno fra i film con protagonista il Principe della risata sul quale si è abbattuta piuttosto pesantemente la scure della censura, tanto da ritardarne l’uscita una volta imposta una serie di modifiche, queste ultime da destinarsi soprattutto al finale. Un’opera sempre godibile, tra le tante del periodo che rappresentano, in forma ancora grezza, quella che sarà la futura commedia all’italiana, nella sua capacità di coniugare al meglio realismo, ironia amara e scioltezza narrativa; un tentativo, in parte riuscito, di amalgamare fra loro realismo, satira sociale, toni grotteschi e senso del surreale, sottolineando poi come si tratti, purtroppo, dell’unica pellicola in cui l’Albertone nazionale e Totò recitarono insieme, dando vita ad un particolare gioco di coppia.