Vittoria PucciniDopo la preapertura di stasera, con la proiezione, in odor di miracolo, del film di Ezio Greggio Box Office 3D e i festeggiamenti relativi al recente compleanno di Lina Wertmuller, si aprirà ufficialmente domani, mercoledì 31 agosto, madrina l’attrice Vittoria Puccini, la 68ma Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, diretta da Marco Mueller e presieduta da Paolo Baratta; la conclusione sabato 10 settembre, quando la Giuria, presidente il regista, produttore e sceneggiatore statunitense Darren Aronofsky, assegnerà i premi ufficiali relativi alle opere in concorso, a partire dal Leone d’Oro per il miglior film.
George ClooneyDando uno sguardo alle opere in concorso e fuori concorso, relativamente alla sezione principale, ciò che mi sembra risultare a primo acchito è come la presenza delle pellicole americane appaia improntata, in linea di massima, relativamente a tematiche e stile, ad una certa classicità, più che sulla spettacolarizzazione, a partire dal film d’apertura, The Ides of March, regia di George Clooney, tratto dalla pièce teatrale Farragut North di Beau Willimon; riguardo invece il nostro cinema, direi che appare ben rappresentato, tra intimismo (Quando la notte, Cristina Comencini, tratto dal suo omonimo romanzo, con Claudia Pandolfi e Filippo Timi), attenzione critica al reale e al sociale (Terraferma, Emanuele Crialese) e voglia di sperimentare (L’ultimo terrestre, esordio registico del disegnatore ed illustratore Gianni Pacinotti, in arte Gipi), mentre tra le altre opere in gara risaltano titoli quali Carnage, Roman Polanski, Killer Joe, William Friedkin, 4:44 Last Day on Earth, Abel Ferrara, A Dangerous Method, David Cronenberg, Life Without Principle (Dyut Ming Gam), Johnny To.
Nella sezione Fuori concorso, a far compagnia, tra gli altri, a Madonna, W.E., Al Pacino, Wilde Salomè, o a Steven Soderbergh, Contagion, appaiono i nomi di Ermanno Olmi, Il villaggio di cartone, quelli di Francesco Maselli, Carlo Lizzani, Ugo Gregoretti, Nino Russo, Scossa, senza dimenticare l’evento speciale della kermesse, Questa storia qua, documentario su Vasco Rossi, realizzato da Alessandro Paris e Sibylle Righetti, anche se è sempre la sezione Controcampo italiano, equamente suddivisa tra lungometraggi, cortometraggi e documentari, ad offrire il miglior colpo d’occhio sulla situazione del nostro cinema e la sua capacità d’andare incontro a determinate tendenze, se non di anticiparle: qui, tra gli esordi dietro la macchina da presa, oltre a Scialla!, dello sceneggiatore Francesco Bruni e a Il maestro, dell’attrice e produttrice Maria Grazia Cucinotta, rispettivamente lungometraggio e cortometraggio di apertura, ecco Andata e ritorno (work-in-progress) di Donatella Finocchiaro, o titoli certo intriganti, almeno sulla carta, come Pivano Blues – Sulla strada di Nanda, Teresa Marchesi o L’arrivo di Wang, Manetti Bros.
Marco Bellocchio Ricordando, infine, l’assegnazione del Leone d’Oro alla carriera a Marco Bellocchio, in onore del quale verrà proiettato una nuova versione de In nome del padre, ’71, oggetto di un particolare director’s cut, la mia speranza è che al di là delle passerelle sul red carpet, ostentato glamour e le solite, immancabili, polemiche, a vincere più che i migliori, aggettivo che in fondo, cinematograficamente parlando, non vuol dire nulla, siano opere magari imperfette o con qualche squilibrio espresso a vari livelli, ma capaci di trarre forza da questa insolita diversità, esprimendo coraggio, coerenza e determinazione nel portare avanti una semplice idea, invogliando il pubblico a farla propria come a discuterne, contribuendo a conferire alle pellicole una valida dimensione artistica, espressa anche sul campo.